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Pompeo Molmenti

Pompeo Molmenti

Pompeo Gherardo Molmenti. Nato a Venezia nel 1852 da Ettore e Lucietta Regazzi. Iniziò a scrivere romanzi all’età di 14 anni e successivamente si impegnò nell’edizione di testi e documenti della storia letteraria veneziana.
Nel 1876, dopo la laurea in giurisprudenza a Padova, intraprese l’esercizio della professione di avvocato a Venezia, nonostante le sua inclinazione fosse orientata verso la critica d’arte e le lettere. Fu insegnante di lettere presso il Reale Istituto tecnico e successivamente al liceo Marco Foscarini. Nel 1879 vinse il concorso dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti che gli consentì la pubblicazione della sua opera più famosa La storia di Venezia nella vita privata: un tema che avrebbe caratterizzato gran parte della sua attività a venire.
Nominato rispettivamente socio della Deputazione veneta di storia patria e dell’Istituto Veneto, della Deputazione fu anche presidente dal 1913 al 1917 e presidente onorario dal 1926 fino alla morte.
Nel 1885 sposò Amalia Brunati, appartenente a una ricca famiglia di Salò, e prese dimora presso la sua villa di Moniga sul Garda, dotata di parco e podere coltivato a vite dove per primo vinificò il Chiaretto, un rinomato vino locale; del piccolo borgo fu anche sindaco. Nel 1889 entrò nel Consiglio comunale di Venezia e nello stesso anno ottenne a Padova la docenza in Storia della Repubblica di Venezia.
Nel 1895 fu di nuovo consigliere comunale di Venezia e poi assessore alla Pubblica Istruzione. Nel 1896 divenne anche presidente dell’Accademia di belle arti.
Nel 1909 fu nominato senatore.
Il suo impegno maggiore lo spese per contrastare l’esportazione delle opere d’arte e per la salvaguardia dell’ambiente urbano della sua città.
Con il crollo del campanile di S. Marco avvenuto il 14 luglio 1902, il Molmenti si impegnò per la sua ricostruzione com’era e dov’era.
Fu esponente di spicco e presidente dal 1914 al 1916 dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti.
Dopo la morte di Amalia, avvenuta nel 1911, nel 1913 si unì in seconde nozze con Lodovica Palazzi.
Fu il fautore decisivo per la sistemazione sia del Museo Correr dalla sede del Fondaco dei Turchi a quella delle Procuratie Nuove sia della biblioteca Marciana, di cui aveva auspicato il trasferimento da Palazzo Ducale al palazzo della ex Zecca e aveva sostenuto il progetto di copertura del cortile per la migliore fruizione dei lettori.
Morì a Roma il 24 gennaio 1928.

Bibliografia